Sono molte le occasioni nelle quali l’autore Marcello Meneghin della presente nota ha ribadito, ottenendo scarso successo, che gli acquedotti italiani dovrebbero essere assoggettati ad una vera e propria rivoluzione di costituzione ed anche di gestione. Al contrario la letteratura tecnica sostiene a spada tratta i principi fondamentali classici degli acquedotti da considerarsi immutabili e che si differenziano nei concetti base dalle soluzioni tecniche da me propugnate. Concordano con il mio punto di vista dei tecnici che, non già restando seduti dietro una cattedra sia pur prestigiosa, ma avendo avuto modo di vivere realmente la buona gestione degli acquedotti, auspicano anch’essi l’ammodernamento delle strutture mediante l’uso appropriato di apparecchiature e di tecnologia nuove messe a punto rispettivamente dall’industria e da valenti studiosi.
In questo contesto cosi variegato risulta molto interessante l’articolo “Analisi idraulica “intelligente” della rete di Oslo” apparso su “Servizi a rete” della quale viene riportato qui di seguito, su gentile concessione Della Prof.ssa Rita Ugarelli, Senior Scientist – Project Manager in SINTEF Infrastructure. Oslo Area, Norvegia, un piccolo stralcio
Il progetto InnoWatiNG (Innovationin Water Infrastructure — New Ge-neration) avviato a Oslo dell’aprile 2013 ha tra i propri obiettivi il trasferimento di strumenti di modellazione avanzati, in grado di rappresentare il funzionamento complesso delle reti idriche di distribuzione e di supportare Io studio di strategie di controllo efficace delle pressioni. A questo scopo il progetto propone Io sviluppo, per la rete pilota di Oppegàrcl (frazione di Oslo), di un sistema integrato di analisi e gestione partendo dall’implementazione di un modello idraulico avanzato ,in grado di integrare algoritmi per dispositivi che controllino in tempo reale (RTC) le pressioni per ridurre le perdite e risparmiare energia. il sistema proposto potrà essere esteso alla gestione di altre reti norvegesi e a livello internazionale. InnoWatING propone l’utilizzo del sistema WDNetXL, risultato della ricerca italiana e sviluppato da IDEA-RT, per il trasferimento tecnologico just-in time delle più recenti innovazioni nella modellazione idraulica delle reti di distribuzione e nella sua integrazione in una piattaforma a supporto dei gestori. IDEA (Innovation, Decision, Environment, Awareness) Research .
L’articolo concerne nuove e straordinarie metodologie di simulazione del funzionamento della rete acquedottistica in corso di sperimentazione pratica nell’acquedotto di Oslo. Pur contenendo spiegazioni molto sintetiche anche chi, come il sottoscritto, non è molto addentro nella superiore teoria acquedottistica, capisce come si siano raggiunti risultati straordinari essendo possibile tener conto, nello svolgimento dei calcoli di verifica e nella ricerca di soluzioni, di ogni possibile struttura quali ad esempio i serbatoi sia inseriti nella rete, come quelli pensili, e sia esterni, quali le apparecchiature di aumento della pressione di funzionamento delle condotte di rete comprese anche le pompe a velocità variabile, ed ancora le svariate valvole sia di regolazione della pressione, sia di imposizione del senso della corrente e sia di intercettazione totale del flusso d’acqua. Sono anche utilizzate particolari procedure per la definizione delle perdite occulte e dei prelievi dell’utenza, anche in funzione dei vari piani di utilizzazione all’interno degli edifici.
Si intuisce perfettamente che, nel settore citato, si sono fatti passi da gigante prima d’ora nemmeno immaginabili. Ovviamente ci stiamo riferendo ad uno staff di studiosi di qualità eccelsa, cui non si può che complimentarsi per i risultati già raggiunti e per quelli futuri considerato che si tratta di un’attività in continuo progresso . Se a tutto ciò aggiungiamo anche il lavoro analogo che in tutto il mondo si sta svolgendo da parte di molti altri studiosi si arriva ad immaginare quali favolose possibilità siano oggi a disposizione per lo studio, la simulazione, la determinazione di soluzioni straordinarie nella moderna costituzione e gestione degli acquedotti.
Inoltre se a tutte queste grandi possibilità di conoscenza volessimo aggiungere altri provvedimenti che il sottoscritto ritiene già realizzati in qualche area avanzata o comunque di imminente fattibilità come ad esempio la sostituzione di contatori privati con quelli a lettura automatica dei consumi (vedi articolo “CONTATORI D’UTENZA O STRUMENTI UNIVERSALI IMPORTANTISSIMI? ) che consentirebbero di conoscere in dettaglio ed in tempo sia differito che reale i consumi e la pressione effettiva di rete, si verrebbe ad avere un’idea completa delle notevoli possibilità concrete.
Si vuole qui però rilevare un aspetto particolare. Una volta ben capito tramite simulazioni e verifiche a tavolino il funzionamento reale degli acquedotti e progettati i rimedi, si vorrebbe raccomandare che queste simulazioni non si fermassero qui perché così facendo si commette la grave mancanza di accettare supinamente, confermare e quindi rendere indirettamente imperiture le preesistenti condizioni generali degli acquedotti, condizioni che sarebbero invece da respingere a priori o, come minimo da accompagnare con una importante azione di promozione della vera rivoluzione di fondo più volte declamata da chi scrive. Ad esempio tale promozione potrebbe riguardare:
- l’eliminazione dell’esistente alimentazione delle reti tramite vasca di carico e quindi a pressione di partenza fissa sostituendola, nella stragrande maggioranza dei casi, con l’alimentazione a pressione variabile regolata ( vedi articolo “ Pressione”)
- La regolazione dei serbatoi di compensazione normalmente in uso, essendo basata sulla ricerca continuativa del massimo livello di invaso, dovrebbe essere modificata fidando invece sullo sfruttamento ottimale e continuo di tutto il volume invasato per tutte le condizioni di esercizio e quindi anche nelle giornate di bassi consumi (vedi articolo “Serbatoi” ).
- Si dovrebbe sollecitare un impiego corretto e diffuso delle pompe a velocità variabile )(vedi articolo “ Impianti di sollevamento” ).
- Un altro aspetto, ad avviso di chi scrive, molto importante riguarda gli impianti di telecontrollo e telecomando che non dovrebbero limitarsi alla esecuzione automatica degli stesse funzioni che un tempo erano fatte manualmente, dovrebbero invece costituire la base per avere acquedotti specificamente studiati per l’impiego del telecomando/telecontrollo (vedi articolo “Telecontrollo” ).
- Risulta chiaramente che l’iniziativa auspicata esula totalmente dai compiti precipui degli studi citati e quindi gli autori, giustamente, devono limitarsi a svolgere il compito prefissato e a non fare null’altro. Però questa è allo stesso tempo una delle cause di un grande freno del progresso e quindi uno dei motivi per cui gli acquedotti nella realtà continuano, soprattutto in Italia, ad essere assolutamente obsoleti nei loro concetti fondamentali. Fa eccezione la distrettualizzazione che è abbastanza diffusa ma che, ad avviso di chi scrive, produce più danni che vantaggi e non è più giustificabile proprio per il progresso tecnico di cui si discute che potrebbe sostituirsi totalmente alla distrettualizzazione stessa.Concluderei ribadendo lo scopo precipuo della presente nota e riassumendolo come segue.
- Sono ormai stati raggiunti notevolissimi risultati nella determinazione dei difetti di esercizio degli acquedotti e nella formulazione di proposte per la loro eliminazione ma viene confermata la validità della errata costituzione preesistente dell’acquedotto mentre, a parere di chi scrive, sarebbe essenziale promuoverne una vera e propria rivoluzione nei concetti fondamentali, rivoluzione resa possibile e consigliabile proprio dalle straordinarie caratteristiche di verifica del funzionamento e dei miglioramenti da realizzare.
- Ne sono una prova eclatante le ingiustificate ed enormi perdite occulte che gli acquedotti italiani accusano